Siccità ed irrigazione

E’ da poco uscito il numero 13 dei Magazine di FoodHub “Innovazioni in campo per un futuro sostenibile”, un prezioso ed importante contributo all’innovazione nel settore agroalimentare dove è presente un’intervista al CEO di Soonapse, Marco Ciarletti.

L’intervista parla del nostro approccio, e di come con Ploovium® siamo in grado di permettere alle aziende agricole una significativa ottimizzazione dell’uso dell’acqua, insieme ad un risparmio (economicamente spesso ancora più significativo) sui costi generali di irrigazione, in primis quelli energetici.

Questa intervista è però stata fatta qualche tempo fa, per ovvie esigenze editoriali, subito prima che la siccità che tutta Europa sta subendo in questi giorni mostrasse drammaticamente, ancora una volta, il volto del Cambiamento Climatico che stiamo vivendo.

Tutto quello che viene riportato nell’intervista non solo rimane valido, ma acquista un sapore di urgenza e di necessità.

In questi giorni di metà luglio, funestati dal terribile e violentissimo conflitto in Ucraina, c’è un altro bollettino di guerra che gira per l’Europa, quello della siccità: in Gran Bretagna è stato dichiarato per la prima volta lo stato di emergenza per il livello di caldo raggiunto, in Italia il cuneo salino del Po è arrivato a superare i 40 km e si prevede una perdita dei raccolti fra il 30% ed il 50% con perdite economiche di oltre 4 miliardi, in Portogallo e Spagna le temperature sono arrivate a 48°, con impatti devastanti sull’agricoltura.

Da inizio secolo le stagioni sono sempre state diverse una dall’altra, ma se vogliamo rintracciare un trend, l’aumento delle temperature medie è evidente, con conseguenze sulla diminuzione dei manti nevosi e sulla distribuzione delle piogge (sempre più concentrate in brevi episodi temporaleschi ed alluvionali).

Source: Copernicus Climate Change Service

Non abbiamo purtroppo alcun motivo per pensare che questo trend del Cambiamento Climatico si invertirà o anche solo si attenuerà, e questa estate ce ne sta fornendo una tragica conferma.

Cosa fare ?

Ci sono molte azioni possibili, che sono complementari fra di loro e vanno perseguite tutte:

  • creare nuovi invasi per raccogliere più acqua piovana;
  • riparare le condutture per diminuire le perdite di acqua;
  • utilizzare ovunque possibile l’irrigazione a goccia, che permette l’erogazione di acqua mirata alle radici delle colture, con consumi minimi;
  • adottare le tecnologie di Agricoltura 4.0 come Ploovium® per ottimizzare la quantità di acqua ed i costi di irrigazione.

Ci sono in questo periodo diverse opportunità dei PNRR, e non solo, per realizzare queste azioni, alcune destinate agli Enti pubblici come i Consorzi di Bonifica, altre destinate direttamente agli agricoltori, ma l’attenzione è molto concentrata sui primi due punti, e meno sugli altri, in particolare sull’adozione delle tecnologie di Agricoltura 4.0.

Noi in Italia siamo molto indietro su questo tema, in confronto a Paesi come la Francia o la Germania (solo per rimanere in Europa, non parliamo neanche degli USA), e sembra un po’ un controsenso, se pensiamo che siamo invece uno dei Paesi che esprime il maggior livello di innovazione in questo settore, e che gli interventi di Agricoltura 4.0 sono di molto più economici degli altri.

Con strumenti come Ploovium® si può risparmiare fra il 30% ed il 50% dell’acqua, e se in situazioni eccezionali come quella attuale si vuole pilotare un livello minimo di stress idrico alle colture ci si può facilmente attestare sul livello massimo di risparmio.

Si tratta di azioni che possono essere messe in campo sia dal singolo agricoltore che dagli Enti pubblici, ed in questo secondo caso il vantaggio è ancora maggiore perché si monitora un intero territorio e si può agire con una ottimizzazione di secondo livello sui tempi e sui costi di sollevamento delle acque.

L’appello che ci sentiamo di fare è a tutti gli attori, a chi disegna i bandi, agli Enti pubblici, agli agricoltori: non perdiamo tempo, muoviamoci ora già per il prossimo anno, non aspettiamo che la prossima crisi ci colga di nuovo impreparati.

Con un risparmio di acqua del 50% molte colture che oggi stiamo perdendo si sarebbero potute salvare.

Pensiamo fin da ora ai raccolti del prossimo anno.